Lavori pubblici, via alla programmazione basata sulle incompiute

Le opere incompiute e gli interventi di ricostruzione post calamità naturali saranno considerati prioritari nel programma triennale dei lavori pubblici e nell’elenco annuale degli interventi da realizzare. Programma che le Amministrazioni dovranno redigere a partire dalla programmazione 2019-2021 e in cui saranno inseriti i lavori di importo superiore a 100mila euro.
 
Nei giorni scorsi la Conferenza delle Regioni ha dato il via libera allo schema di decreto elaborato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) in attuazione del Codice Appalti (Dlgs 50/2016).
 
Si tratta del passaggio definitivo dopo l’ok del Consiglio di Stato. A breve il decreto

approderà in Gazzetta ufficiale ed entrerà in vigore.
 
Programmazione triennale, si parte dal 2019
La versione definitiva del decreto fa slittare di un anno le nuove regole sulla programmazione dei lavori e degli acquisti della Pubblica Amministrazione. Per i lavori, la nuova programmazione triennale riguarderà il triennio 2019-2021 (nelle prime bozze era il triennio 2018-2020). Per i servizi e le forniture, la programmazione degli acquisti dovrà riferirsi al biennio 2019-2020 (non più 2018-2019).
 
In questo modo le Amministrazioni avranno tutto il 2018 per prepararsi. La nuova programmazione richiede infatti il censimento preventivo delle opere incompiute, e la stima delle risorse necessarie per il loro completamento, e la conoscenza dello stato del patrimonio edilizio esistente.
 
Le incompiute in Italia
Le incompiute vengono monitorate dal Mit, che ogni anno aggiorna l’anagrafe contenente il livello di completamento delle opere e gli investimenti bloccati nei cantieri fermi.  Dal monitoraggio pubblicato lo scorso luglio, è emerso che sul territorio nazionale sono presenti 752 opere incompiute e che le risorse necessarie per il loro completamento ammontano a 2,5 miliardi di euro.
 
Tra i casi celebri di incompiute italiane ricordiamo la Città dello Sport di Tor Vergata, meglio nota come la Vela di Calatrava. È già costata quasi 608 milioni di euro e per completarla servono altri 406 milioni. Ci sono poi il Palazzo di Città di Nardò in Puglia (è costato 750mila euro ma il sindaco ha considerato più conveniente la sua demolizione), la nuova sede della Provincia di Siena (costata 11 milioni di euro).

E ancora: l’Auditorium comunale di Aragona (costato 2 milioni di euro ma da trent’anni ridoto ad uno scheletro abbandonato), il nuovo Distretto Sanitario e poliambulatorio Pescara sud (costato 1,3 miliardi e che ha ancora bisogno di 724 milioni di euro per il completamento), il Palazzo degli Uffici di Taranto (per la ristrutturazione sono stati spesi 33 milioni di euro e ne servono altri 29, ma l’edificio è ingabbiato dalle impalcature da anni) e tanti altri ancora.
 
Programmazione triennale, priorità su tre livelli
Tornando alla bozza di decreto, come indicato all’Allegato I - scheda D della bozza di decreto, la priorità dei lavori va valutata su tre livelli. Sono considerati prioritari i lavori di ricostruzione, riparazione e ripristino conseguenti a calamità naturali, di manutenzione, di recupero del patrimonio esistente, di completamento delle opere incompiute, i progetti definitivi o esecutivi già approvati, i lavori cofinanziati con fondi europei, nonché i lavori per i quali ricorra la possibilità di finanziamento con capitale privato maggioritario.
 
Tra questi, però, la priorità massima è data ai lavori di ricostruzione, riparazione e ripristino conseguenti a calamità naturali, e, in subordine, ai lavori di completamento di opere pubbliche incompiute.
 
Programmazione triennale, necessario il DM sui livelli di progettazione
Per inserire un intervento nel programma triennale o nell’elenco annuale, le Amministrazioni devono approvare preventivamente il progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’intero lavoro se l’importo dell’intero lavoro è pari o superiore a un milione di euro. Se l’importo complessivo è inferiore a un milione di euro, l’Amministrazione deve approvare il documento di fattibilità delle alternative progettuali dell’intero lavoro.
 
Questo significa che, per far diventare completamente operativo il meccanismo della programmazione triennale è necessaria l’approvazione di un altro DM attuativo del Codice Appalti, quello sui livelli di progettazione.

 

(fonte:http://www.edilportale.com/)

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25 settembre 2017